"Donna Viola" tratto dal romanzo "Viola Foscari" della scrittrice melillese Tea Ranno, debutterā al Vasquez

Pubblicata il 25/10/2016

Appuntamento all'8 novembre, ore 21,00 
Multisala Planet Vasquez - Siracusa 

 
La compagnia teatrale "Trinaura _Teatro mette in scena lo spettacolo teatrale "Donna Viola" tratto da "Viola Foscari", l'ultimo romanzo scritto dalla nostra Tea Ranno. 


Tea ci racconta:

Martedì 8 novembre 2016, alle ore 21.00, al Planet Multisale Teatro Vasquez, debutterà Donna Viola, rappresentazione teatrale tratta dal mio romanzo Viola Fòscari. La compagnia che ha scelto di mettere in scena l’opera è la Trinaura, di cui Tatiana Alescio, regista dello spettacolo, è la fondatrice.


Come mai Viola Fòscari è giunta in teatro? Per via di una passione condivisa:  Tatiana due anni fa ha letto il romanzo, si è innamorata della protagonista e ha voluto darle voce, corpo, anima e respiro portandola sul palcoscenico. Ma, prima di lei, s’era innamorata Valeria Annino, nipote del dottor  Michele Rizzo, amico carissimo che ebbe il privilegio di leggere Viola ancora in bozze e mi disse: “Sei riuscita a farmi entrare nella mente e nel cuore di una donna toccata dall’amore”. Michele passò il libro a Valeria, che lo passò a Tatiana. Dunque, di innamoramento in innamoramento, Viola Fòscari è diventata Donna Viola.
 
Il romanzo, ambientato nella Melilli negli anni Cinquanta, trae spunto da una battuta di mia madre: “Era vecchia ma bella”. Indaga il cuore di una cinquantenne travolta da una ingovernabile passione amorosa che la trasforma da vecchia - destinata a un futuro di abbandoni, silenzi, inevitabili malattie - a donna con la risata che le trema nella gola: l’amore come pazzia che accende la giornata di luci e di canzoni, che fa dimenticare i doveri, le regole, le convenzioni sociali, gli strali dei maldicenti buoni solo a condannare. Dunque l’ebbrezza, il diavolo che tamburìa e la Pazza che balla al tocco della felicità.
E poi? Poi tutto ha un prezzo, tutto si paga. Il diavolo può volere un soldo oppure l’anima, oppure ritirarsi e concedersi il peccato di essere clemente. Chi lo può dire?
 
Melilli è ambientazione e parte integrante di molte delle mie storie, perché da lì vengo, perché lì affondano le voci e i cunti che diventano parola scritta: romanzi, non cronaca minuta di fatti realmente e precisamente accaduti. Mi diverto a imbrogliare le carte, a confondere nomi e situazioni, a raccogliere suggestioni e incanti di una gente che vive gioie, perdite, scommesse, azzardi, voli, sbagli, ma anche l’arte difficile della comprensione e del perdono. 
Tea Ranno               



 

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