CHIESA MADRE SAN NICOLO' VESCOVO


Facciata della chiesa Madre
 

La Chiesa Madre, posta sull'omonima Piazza, è dedicata a San Nicolò, Vescovo di Mira, primo patrono di Melilli. Costruita col calcare estratto dalle cave del territorio melillese è sicuramente la più antica del paese. Di questa chiesa, eretta su un pianoro scosceso del feudo Mezzamontagna, si hanno infatti notizie a partire dal 1308-1310, quando Melilli compare fra le città tassate sulla decima.

Per alcuni storici, la chiesa di San Nicolò delle tre fontane "Ecclesiam S.Nicolai de tribus fontibus" citata da Rocco Pirri in "Sicila Sacra" nella bolla del 28 aprile 1169 con la quale Papa Alessandro III consacra, con rito solenne, Vescovo di Siracusa Riccardo Palmer, potrebbe essere la Chiesa Madre di Melilli. Essa fu fortemente danneggiata dal terremoto del 10 dicembre 1542, quando "quasi tutto il picciol castello di Melilli cadde per terra", e successivamente da quello del 9 -11 gennaio 1693, che distrusse i paesi del Val di Noto.

I lavori di ricostruzione della chiesa, che ebbero inizio nel settembre dello stesso anno, furono affidati al maestro capo fabbrica Michele Trigilio e successivamente all'architetto catanese Girolamo Palazzotto, sostituito dal fratello Giuseppe quando abbracciò il saio francescano con il nome di "Fra Liberato" . Il primo ordine del campanile della Chiesa, in stile romanico, fu opera dei fratelli La Bella di Melilli, mentre il secondo ordine fu costruito dal maestro siracusano Natale Bonaiuto.
La costruzione della Chiesa fu completata nel 1760 e consacrata nel 1763. La chiesa è a perfetta croce latina suddivisa in tre navate terminanti con tre absidi e un transetto. Sugli architravi dei tre portali della facciata principale vi sono scolpiti alcuni simboli collegati alla storia della chiesa e di Melilli.
Sull'architrave della porta a sinistra sono scolpiti la mitra e il bastone vescovile; su quello centrale uno scudo, quasi sicuramente della famiglia Moncada, titolare della Signoria di Melilli, dove sono scolpiti, sormontati da una corona, due leoni rampanti e otto bisanti. Su quello della porta laterale di destra, uno dei miracoli di San Nicola: si notano tre sacchetti, che, secondo la leggenda il Santo gettò pieni d'oro dalla finestra ad un vicino che per la miseria non poteva sposare le tre figlie, e la corona del Santo.

Oggi la chiesa si presenta più bella e accogliente, grazie al recupero dei suoi tesori d'arte e lapidei messi in evidenza dal minuzioso lavoro di restauro.


 

 

La gloria di San Nicola

L'interno della chiesa

Entrando in chiesa colpisce il visitatore la tela, tempra su tavola, del soffitto il "Trionfo della Fede" del 1762 opera di Olivio Sozzi, l'artista catanese che già aveva lavorato nella Basilica di San Sebastiano.
Sull'altare maggiore si può ammirare l'artistico "quadrone" ovale "La gloria di San Nicola" di Francesco Gramignani Arezzi (1769).

Nella chiesa si trovano due cappelle: quella del SS. Sacramento costruita nel 1819, per volere del parroco Vinci, che fece abbattere l'altare di San Filippo Neri; e quella dedicata alla Madonna di Lourdes, la cui grotta in pietra pomice fu eseguita nel 1916 dal prof. Mario Moschetti.

All'interno della cappella del Sacramento si trovano due dipinti: "La strage degli innocenti" di Giovanni Tuccari, unica di questo autore in provincia, e "Madonna col Bambino, San Filippo Neri e Anime purganti" di Autore ignoto". Si può ammirare, inoltre, l'altare rivestito di stalattiti provenienti dalla grotta di "Mastru Petru".

Ornano la chiesa otto dipinti che troneggiano su altrettanti altari. Nella navata destra si possono osservare: "San Gaetano con il crocifisso" di Francesco Gramignani Arezzi; "La Madonna del Rosario con Santa Caterina e San Domenico" di Francesco Gramignani Arezzi; "San Francesco di Paola" di Autore ignoto; "Santi Pietro e Paolo" di Francesco Gramignani Arezzi.
Nella navata sinistra si possono osservare: "San Mauro con San Benedetto e San Placido" del Gramignani Arezzi; "Sant'Antonio da Padova che predica ai pesci" del Gramignani Arezzi; "Transito di San Giuseppe" di Romualdo Formosa (1766); "L'Immacolata fra San Carlo e San Filippo Neri" del Gramignani Arezzi.


 

 
Cappella Sacro Cuore  Cappella S. Giuseppe 
torna all'inizio del contenuto